Attrezzature a pressione e normazione tecnica
Attrezzature a pressione: la gestione nel ciclo di vita
Giuseppe Pinna, Funzionario CTI - CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
Con il dossier di questo numero di Energia E Dintorni torniamo a parlare di attrezzature a pressione per fare il punto, con il contributo degli esperti che compongono le competenti commissioni tecniche, sui lavori in corso e più in generale sul programma di lavoro della normazione di quest'area, con un focus sulle attività nazionali e alcuni interessanti aggiornamenti su quanto si sta facendo nei comitati tecnici del CEN.
Dal punto di vista della normazione tecnica nazionale, questo settore si è sostanzialmente sviluppato negli ultimi 15 anni, grazie all'impulso del Decreto del Ministero delle Attività produttive 1° dicembre 2004, n. 329, che regola la messa in servizio e l'utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi.
Il decreto prevede, all'articolo 3, che le specifiche tecniche concernenti l'esercizio delle attrezzature e degli insiemi siano elaborate in collaborazione con l'ISPESL (ora INAIL) e l'UNI. Conseguentemente il Ministero delle attività produttive (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha conferito a UNI l'incarico formale e da allora si è avviato un ampio progetto, affidato al CTI, attraverso il lavoro di 3 commissioni tecniche:
- CT 221 Progettazione e costruzione di attrezzature a pressione e di forni industriali
- CT 222 Integrità strutturale degli impianti a pressione
- CT 223 Esercizio e dispositivi di protezione delle installazioni a pressione
Grazie a questa struttura il CTI ha costruito una serie, la UNI 11325, ed alcune altre norme ad essa collegate. C'è da dire che lo sviluppo delle varie parti della UNI 11325 non ha seguito un ordine logico ma piuttosto un ordine di priorità dettato dalle urgenze: per esempio, nel 2009, la prima urgenza è stata quella di definire una procedura di valutazione dello stato di conservazione ed efficienza delle tubazioni che non erano state oggetto di valutazione di conformità secondo la PED (da cui è nata la parte 1).
Altre urgenze hanno poi riguardato la sorveglianza dei generatori di vapore o la parte su riparazioni e modifiche. Il piano di lavoro si è conseguentemente allineato a queste e ad altre priorità, e i progetti di norma hanno iniziato ad essere elaborati e discussi, conoscendo ciascuno percorsi più o meno accidentati, come spesso succede a lavori che sono pesantemente intrecciati con varie prescrizioni di legge di non sempre facile interpretazione. Il risultato di questo percorso è che la numerazione delle parti della UNI 11325 è piuttosto disordinata e difficile da inquadrare.
Oggi, con il pacchetto UNI 11325 ormai consolidato è possibile avere un quadro più chiaro delle diverse norme e specifiche tecniche che coprono questo settore, ma intervenire sulla stessa UNI 11325 diventa complicato.
Per questo in ambito CTI e UNI si sta portando avanti un processo di "riprogettazione" del pacchetto, inaugurando una nuova serie (con un nuovo numero di norma) nella quale fare confluire nel tempo le revisioni delle norme già pubblicate e i nuovi progetti che via via si aggiungeranno, ma questa volta sulla base di un "disegno" più organico.
Si tratta quindi sostanzialmente di un'azione di razionalizzazione e orientamento che mira a rendere la serie meglio articolata, attraverso un intervento di inquadramento delle singole norme in una struttura logica coerente che risulti più leggibile per gli utilizzatori.
Funzionale all'intervento di inquadramento è un nuovo progetto di norma dedicato al "Ciclo di vita delle attrezzature a pressione", in elaborazione presso la CT 222.
Questo nuovo lavoro, che nei programmi si prevede sarà la parte 1 della nuova serie che sostituirà negli anni la UNI 11325, è una norma-quadro avente la funzione di fornire una panoramica completa dei requisiti che interessano tutte le fasi di esercizio di un'attrezzatura, a partire dalla messa in servizio sino alla sua dismissione, raccordando e richiamando le diverse norme nazionali in vigore, e fornendo direttamente i requisiti per le attività che non risultano coperte da norme dedicate.
Con questo lavoro si è anche voluta introdurre una sezione innovativa, che introduce il concetto del "piano dei controlli" per la vita dell'attrezzatura. Secondo questa impostazione l'utilizzatore, all'atto della messa in servizio, dovrà programmare, sulla base del progetto e di un processo di analisi e valutazione dei rischi, a quali controlli periodici sottoporre l'attrezzatura o l'insieme.
Il piano dei controlli prenderà come riferimento un'ispezione preliminare o "di baseline" dell'apparecchiatura in una fase precoce della vita di servizio, utile per identificare le modalità di guasto che agiscono sull'elemento in esame.
Attraverso la programmazione dei controlli strutturali delle attrezzature a pressione durante la vita delle stesse è possibile ridurre la probabilità di accadimento, agendo su due parametri complementari come l'intervallo di ricontrollo e l'efficacia del controllo.
I contributi presentati in queste pagine da parte dei coordinatori dei gruppi di lavoro CTI coinvolti vanno a illustrare i principali progetti in corso che intendono operare nella direzione descritta.
Come detto, questi nuovi progetti saranno accompagnati da un ripensamento dell'intero pacchetto di norme con l'obiettivo di fornire un migliore servizio agli operatori e un contributo di semplificazione per tutte le attività industriali interessate.
Oltre ai contributi sui progetti nazionali segnaliamo anche un intervento che presenta i lavori in corso presso il CEN/TC 269, comitato tecnico CEN competente per le norme di prodotto relative a caldaie a tubi d'acqua e a tubi da fumo.
All'interno del Dossier, scaricabile in allegato nella versione completa, troverete anche:
- Nuova specifica tecnica sull'impiego della saldatura
- La valutazione dei meccanismi di danneggiamento
- La valutazione dello stato in conservazione delle tubazioni in esercizio
- Monitoraggio delle attrezzature/insiemi a pressione
- Generatori di vapore a tubi da fumo. L'evoluzione nelle norme armonizzate
Il decreto prevede, all'articolo 3, che le specifiche tecniche concernenti l'esercizio delle attrezzature e degli insiemi siano elaborate in collaborazione con l'ISPESL (ora INAIL) e l'UNI. Conseguentemente il Ministero delle attività produttive (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha conferito a UNI l'incarico formale e da allora si è avviato un ampio progetto, affidato al CTI, attraverso il lavoro di 3 commissioni tecniche:
- CT 221 Progettazione e costruzione di attrezzature a pressione e di forni industriali
- CT 222 Integrità strutturale degli impianti a pressione
- CT 223 Esercizio e dispositivi di protezione delle installazioni a pressione
Grazie a questa struttura il CTI ha costruito una serie, la UNI 11325, ed alcune altre norme ad essa collegate. C'è da dire che lo sviluppo delle varie parti della UNI 11325 non ha seguito un ordine logico ma piuttosto un ordine di priorità dettato dalle urgenze: per esempio, nel 2009, la prima urgenza è stata quella di definire una procedura di valutazione dello stato di conservazione ed efficienza delle tubazioni che non erano state oggetto di valutazione di conformità secondo la PED (da cui è nata la parte 1).
Altre urgenze hanno poi riguardato la sorveglianza dei generatori di vapore o la parte su riparazioni e modifiche. Il piano di lavoro si è conseguentemente allineato a queste e ad altre priorità, e i progetti di norma hanno iniziato ad essere elaborati e discussi, conoscendo ciascuno percorsi più o meno accidentati, come spesso succede a lavori che sono pesantemente intrecciati con varie prescrizioni di legge di non sempre facile interpretazione. Il risultato di questo percorso è che la numerazione delle parti della UNI 11325 è piuttosto disordinata e difficile da inquadrare.
Oggi, con il pacchetto UNI 11325 ormai consolidato è possibile avere un quadro più chiaro delle diverse norme e specifiche tecniche che coprono questo settore, ma intervenire sulla stessa UNI 11325 diventa complicato.
Per questo in ambito CTI e UNI si sta portando avanti un processo di "riprogettazione" del pacchetto, inaugurando una nuova serie (con un nuovo numero di norma) nella quale fare confluire nel tempo le revisioni delle norme già pubblicate e i nuovi progetti che via via si aggiungeranno, ma questa volta sulla base di un "disegno" più organico.
Si tratta quindi sostanzialmente di un'azione di razionalizzazione e orientamento che mira a rendere la serie meglio articolata, attraverso un intervento di inquadramento delle singole norme in una struttura logica coerente che risulti più leggibile per gli utilizzatori.
Funzionale all'intervento di inquadramento è un nuovo progetto di norma dedicato al "Ciclo di vita delle attrezzature a pressione", in elaborazione presso la CT 222.
Questo nuovo lavoro, che nei programmi si prevede sarà la parte 1 della nuova serie che sostituirà negli anni la UNI 11325, è una norma-quadro avente la funzione di fornire una panoramica completa dei requisiti che interessano tutte le fasi di esercizio di un'attrezzatura, a partire dalla messa in servizio sino alla sua dismissione, raccordando e richiamando le diverse norme nazionali in vigore, e fornendo direttamente i requisiti per le attività che non risultano coperte da norme dedicate.
Con questo lavoro si è anche voluta introdurre una sezione innovativa, che introduce il concetto del "piano dei controlli" per la vita dell'attrezzatura. Secondo questa impostazione l'utilizzatore, all'atto della messa in servizio, dovrà programmare, sulla base del progetto e di un processo di analisi e valutazione dei rischi, a quali controlli periodici sottoporre l'attrezzatura o l'insieme.
Il piano dei controlli prenderà come riferimento un'ispezione preliminare o "di baseline" dell'apparecchiatura in una fase precoce della vita di servizio, utile per identificare le modalità di guasto che agiscono sull'elemento in esame.
Attraverso la programmazione dei controlli strutturali delle attrezzature a pressione durante la vita delle stesse è possibile ridurre la probabilità di accadimento, agendo su due parametri complementari come l'intervallo di ricontrollo e l'efficacia del controllo.
I contributi presentati in queste pagine da parte dei coordinatori dei gruppi di lavoro CTI coinvolti vanno a illustrare i principali progetti in corso che intendono operare nella direzione descritta.
Come detto, questi nuovi progetti saranno accompagnati da un ripensamento dell'intero pacchetto di norme con l'obiettivo di fornire un migliore servizio agli operatori e un contributo di semplificazione per tutte le attività industriali interessate.
Oltre ai contributi sui progetti nazionali segnaliamo anche un intervento che presenta i lavori in corso presso il CEN/TC 269, comitato tecnico CEN competente per le norme di prodotto relative a caldaie a tubi d'acqua e a tubi da fumo.
All'interno del Dossier, scaricabile in allegato nella versione completa, troverete anche:
- Nuova specifica tecnica sull'impiego della saldatura
- La valutazione dei meccanismi di danneggiamento
- La valutazione dello stato in conservazione delle tubazioni in esercizio
- Monitoraggio delle attrezzature/insiemi a pressione
- Generatori di vapore a tubi da fumo. L'evoluzione nelle norme armonizzate
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Fonte: Dossier CTI luglio-agosto 2023 Energia e Dintorni